Non è passato molto dall'uscita di
Invictus, l'ultimo lavoro della furia hardcore capitolina. Se non si fosse
capito stiamo parlando degli SPQR, il gruppo nato dalle ceneri di Londinium
Spqr (e che non ha alcun legame con il movimento degli Spqr Skins) che ci ha donato in passato altri tre
lavori: nell'ordine lo split con i Faustrecht, quello con gli Hate For
Breakfast “Play Hardcore or Die” (probabilmente tra le migliori uscite dell'HC
nostrano) e la compilation World Wide War. Ebbene, nonostante i tanti anni di
attività “Invictus” è il primo full lenght della band contenente 10 brani e
tanta attesa non tradisce assolutamente le aspettative. Il marchio di fabbrica del gruppo, ovvero le ritmiche granitiche , la voce serrata ed
incalzante ed un muro sonoro senza eguali trovano nuova linfa vitale a fronte
di una produzione eccellente, una più complessa composizione dei brani e ad un
nuovo cambio di formazione. Si va dagli strumentali (Ad Arma, che apre l'album
come se fosse l'inizio di una guerra, e l'orchestrale outro Victoria, che ne
segna la conclusione e la vittoria della stessa) passando per le pesantissime
“Scudo e Spada” e “Il Tempo del Sangue”, dove riff lenti e testi che suonano
come proclami scandiscono i tempi del cd, fino ad arrivare a brani dal sapore
Thrash di Slayeriana memoria (Distruzione Nazionale, H.L.V.A.). Il brano
migliore, a gusto di chi scrive, è “E.U.sura”, un vero e proprio proclama di
condanna contro la burocrazia Europea che succhia il sangue delle nazioni e dei
popoli del vecchio continente. Il brano si apre con un riff incalzante e la sua
evoluzione fa da perfetta cornice sonora ad un paesaggio quasi
post-apocalittico descritto nel testo (“guardati intorno è la devastazione,
saracinesche chiuse e frustrazione”), concludendosi con un riff/assolo melodico
e scuro di ispirazione Black Metal che ricorda le migliori tradizioni
scandinave, rimandando a band come i Dissection. Infine un grande valore
aggiunto al cd è la cover di “Giustizia Sociale” dei Peggior Amico, omaggio al
cantante Caio che ci ha lasciato da ormai tre anni e alle radici musicali della
band che affondano nel rac di quegli anni. All'interno del concept la scelta
del brano è perfetta: tutto invictus rappresenta un vero e proprio inno alla
Nazione ed una chiamata alle armi verso i suoi nemici, nel nome di una
giustizia sociale distrutta da 70 anni di repubblica italiana e di burocrazia
europea. Se per qualche motivo vi siete persi questa uscita targata Rupe
Tarpea, non tardate ulteriormente ed assicuratevi di procurarvela acquistando
il cd dall'etichetta, direttamente dal gruppo ai concerti (prossimo dei quali
sarà a Tana delle Tigri a Roma il 21 Giugno), da “la testa di ferro” e da tutti
i portali di distribuzione di musica non conforme presenti sul web.
Alessandro Bandini